Antonio Piccirilli

Pugliese, nato a Bari, è un giovane designer emergente impegnato attivamente nel campo della moda che gli consente di unire linguaggi differenti che spaziano dall’arte contemporanea, al lighting design fino al teatro.
Antonio Piccirilli
Presentazione

Si definisce 'progettista contemporaneo della creatività' e si dedica al design con particolare inclinazione per la sintesi di linguaggi differenti grazie alla quale riesce a fondere in modo creativo ed innovativo tradizione e modernità. Cittadino del mondo per professione, Antonio non dimentica le sue radici e la sua terra, la Puglia, alle quali deve il suo profondo interesse per la manualità e l'artigianalità. Animato dalla costante 'ricerca di una nuova identità progettuale' che privilegi l'essenza e l'autenticità delle cose ancor più che la loro forma, le sue opere non mancano di offrire una risposta diversa alla produzione industriale. Una visione attenta, responsabile e sensibile alle attuali problematiche legate alla nostra società sottendono, infine, il suo lavoro anche caratterizzato dall'utilizzo di materiali poveri e di riciclo ai quali dare nuova vita.

 

Come è scattata la tua passione per il design?

Non c'è un momento preciso in cui ho sentito il click, credo che tutto nasca dall'aria che ho respirato sin da piccolo. In campagna, in Valle d'Itria, dai miei nonni sono cresciuto immerso tra tomboli, filati e aghi da ricamo, con il sottofondo della piallatrice di mio zio, falegname. L'artigianalità, il rispetto per le tecniche antiche mi hanno segnato e continuano a caratterizzare i miei lavori sia nella moda che nel product design.

Il tuo percorso formativo e professionale è eclettico e poliedrico tanto da definirti un progettista a 360°. Come definiresti il concetto di creatività?

La creatività coinvolge molti aspetti della mia esistenza, ho una visione ampia dell'essere creativo. Non guardo solo gli aspetti estetici e formali del lavoro ma immagino sempre delle declinazioni concettuali, di riflessione attorno a chi userà o indosserà la mia creatività applicata. La figura del creativo, sotto il colpo della crisi, ha necessità di essere molto più di un creatore di forme, deve essere capace di interpretare una realtà complessa. Ho letto con grande interesse un saggio illuminante sull'argomento di Richard Sennett, 'L'uomo artigiano'. Un testo che consiglio vivamente per cogliere gli aspetti contemporanei della creatività e delle nuove artigianalità.

Nelle tue opere convivono tradizione ed innovazione. In che modo avviene questa simbiosi nella moda e nella progettualità?

Un creativo contemporaneo deve ri/conoscere e saper ri/utilizzare tecniche e saperi legati ai luoghi e ai mestieri ma deve avere la capacità di controllare e sfruttare al meglio le tecnologie disponibili per realizzare prodotti, oggetti, abiti che abbiano la forza di combinare artigianalità e tecnologia. È questa visione che può aiutare noi creativi italiani a trovare nuove strade, nuovi processi produttivi che siano riconoscibili nel mondo. In breve, la mia ricerca si concentra verso una nuova identità progettuale. Il cortocircuito tra passato e presente crea condizioni inaspettate e sorprendenti per il futuro. Questa magia è la molla che spinge quotidianamente la mia curiosità.

Il processo creativo non sempre si traduce in innovazione, quali sono secondo te le ragioni?

Il termine innovazione è spesso usato in maniera impropria, credo che per innovare occorra conoscere e avere consapevolezza dei meccanismi complessi che stanno dietro a un prodotto. Viviamo immersi in un contesto globale che nasconde molte insidie, i processi di creazione e realizzazione di un prodotto sono spaventosamente accelerati. Basti pensare al sistema delle collezioni moda, lo stilista è chiamato ad un appuntamento creativo semestrale che lo mette duramente alla prova ed è umanamente impossibile riuscire a innovare ad ogni stagione. Credo che bisogna rimanere agganciati a processi evolutivi ma di grande artigianalità rispettando il tempo delle maestranze coinvolte nel sistema produttivo e creativo. Materia e uomo hanno tempi lenti e naturali, occorre assecondare questa dimensione temporale.

In che modo lo sviluppo a livello sociale di una cultura diffusa della creatività può incidere sull'innovazione?

La creatività diffusa è una condizione acquisita del nostro tempo, l'innovazione ha caratteristiche virali e contamina ogni ambito della nostra quotidianità. L'innovazione genera delle responsabilità. I creativi devono saper relazionarsi con la giusta misura all'evoluzione dei processi sociali.

Prediligi materiali poveri e di riciclo anche in un'ottica di sostenibilità ambientale. In che modo il loro utilizzo può costituire un valore aggiunto?

Il design deve essere sensibile e attento a controllare tutta la fase di sviluppo del prodotto, dalla scelta del materiale all'ottimizzazione evitando sprechi sia nella fase produttiva che nella fase dello smaltimento. Non a caso nel 2007 ho realizzato un lavoro dedicato alle "8R" del sociologo francese Serge Latouche, teorico della decrescita. Attraverso questo progetto ho voluto sottolineare aspetti solitamente trascurati dalla produzione seriale e industriale. Ho riciclato mille lampadine a incandescenza fulminate riportandole a nuova vita attraverso il fuoco. Una provocazione ma anche un invito a riflettere su temi come il riciclo, il riuso e i nuovi materiali sostenibili.

Sei stato citato da un'autorevole rivista del settore tra i 'Nuovi Talenti della Moda'. A tuo avviso come il talento può produrre cambiamento?

I riconoscimenti sono un attestato di fiducia che stimola e garantisce la profonda passione verso il proprio lavoro. Non credo che il talento di per sé produca cambiamento. Il riconoscimento è un invito a proseguire e tracciare nuovi sentieri con maggiore forza e consapevolezza.

Nonostante la tua professione ti porti a viaggiare molto, resti fortemente legato alla Puglia dove speri un giorno di creare la tua personale "maison". Puoi spiegarci meglio di cosa si tratta?

Sul futuro non ho certezze e preferisco un profilo più immediato. Non posso, però, nascondere che sono estremamente stimolato da ciò che naturalmente appartiene a me e alla mia terra. Mi piacerebbe conoscere le molteplici e profonde identità che caratterizzano la Puglia, le risorse storiche a volte dimenticate, insomma avviare un lavoro culturale legato al "saper fare", alla forza autoctona delle mie radici per leggerle in chiave contemporanea attraverso la creatività.

A tal proposito, ritieni che nel nostro Paese, e in particolare in Puglia, la creatività sia adeguatamente stimolata?

Il legame affettivo ed emotivo con la Puglia è radicato nella mia identità creativa ma non vorrei esprimere giudizi sommari e approssimativi sui sostegni alla creatività nella mia Regione non vivendoci da molto tempo. Percepisco delle grandi potenzialità soprattutto tra quelli della mia generazione che continuano a investire il loro futuro in Puglia, una terra fertile e affacciata su un contesto geografico favorevole dove si potrebbero aprire nuovi scambi economici e culturali differenti dal solito sguardo europeo.