Luciano Maiani: "Io volevo concentrarmi in questi cinque minuti che, comunque, mi sembrano moltissimi per chi talvolta è richiesto di sintetizzare le cose in trenta secondi , questo è normalmente il tempo che viene dato, di concentrarmi sull'argomento del nostro incontro i PON e i POR però partirei dal CNR. Il CNR è uscito negli ultimi anni da una riforma anche complessa e difficile, è uscito come un ente caratterizzato da una forte rete in più dimensioni diverse, alla dimensione che va dalla ricerca fondamentale quindi la ricerca Blu Sky fino all'innovazione ed ai rapporti con l'industria, l'impresa e poi a una ovviamente dimensione multidisciplinare che quindi copre un arco disciplinare molto vasto che va dalla fisica, alle scienze della vita, all'informatica e così via e, infine, una ramificazione territoriale molto estesa con i suoi 108 istituti praticamente in tutte le regioni d'Italia. Tutte queste regioni fanno sì che il CNR veda nei PON e nei POR un'occasione unica per mettere a frutto le proprie competenze al servizio dell'avanzamento, al servizio dell'innovazione nel Paese. Questa struttura a rete potrebbe essere d'aiuto in questa circostanza in cui PON e POR sono concentrati come risorse su delle regioni specifiche però potrebbe servire a incanalare in queste regioni anche competenze know how della rete, che si trovano nella rete ma che sono in altre regioni. Quindi diciamo che questo concetto di struttura a rete potrebbe rivelarsi e, anzi, vogliamo che si riveli importante e duttile. I PON e i POR sono, di fatto, una prima occasione per sperimentare questo modello di interazione tra ricerca fondamentale, ricerca applicata e diverse realtà territoriali su un caso concreto, quindi pensiamo che questi debbano servire a diversi scopi, possono essere utilizzati per diversi scopi. Uno è quello di rinforzare, rafforzare gli istituti del CNR che insistono nelle regioni interessate, penso alla rete degli istituti del Sud, rafforzare i legami di questi istituti con le strutture produttive e con le università, il CNR si pone come ponte tra queste due entità e poi, come ho detto, sviluppare le competenze alimentandole anche con istituti affini che non insistono sul territorio specifico del PON. A questo scopo il 10% che è destinato ad altre risorse potrebbe essere estremamente bene impiegato. Io non andrei molto più avanti se non per dire che noi vediamo in questa circostanza, l'occasione per una operazione interistituzionale che è stata già richiamata da alcuni speaker precedenti e anche dal Ministro che non la vediamo come un'occasione di esclusione, ma anzi come un'occasione di inclusione in questa rete, in questi progetti di tutte le diverse competenze e di tutte le diverse discipline che noi possiamo mettere a servizio del Paese e che la vediamo come un'opportunità per difenderci dalla crisi, la crisi di cui tutti parlano, la crisi che è arrivata in maniera completamente indipendente dalla nostra volontà e dal nostro timing e dai PON E POR ma, diciamo io penso sempre, che una volta mi hanno insegnato che il simbolo cinese per la crisi è fatto di due pezzi: un pezzo significa pericolo e l'altro pezzo significa opportunità. Ecco la crisi è allo stesso tempo un pericolo per tutti noi ma ci pone delle opportunità. L'opportunità di innovare, di rafforzare le strutture per poi uscire dalla crisi con un tessuto pubblico, privato, di ricerca, di competenze, di know how che sia più forte. Io mi auguro che questo sia, diciamo che questo si possa realizzare e voglio confermare qui l'impegno del CNR, tutto quanto, a essere una parte attiva di questo importante momento per la ricerca e per l'industria italiana".