Salvatore Orlando: "Io volevo fare un po' di considerazioni partendo da quello che ha detto la dott.ssa De Luca. Credo che sia importante che noi come Regioni esprimiamo anche dei punti di vista più generali perché poi questo programma si inserisce nel Quadro Strategico Nazionale e quindi credo che sia importante che qualche parola su questo Quadro Strategico Nazionale la diciamo oggi in un momento in cui questo strumento di programmazione che credo sia strategico per il nostro Paese in qualche misura viene messo anche in parte in discussione. Ma io credo che noi dopo due anni di grande programmazione, di grande lavoro che abbiamo fatto concertando con tutti in alto, in basso con il partenariato abbiamo un solo obbligo. Fare velocemente quello che i programmi dicono, eventualmente, rettificarli, correggerli per renderli più veloci rispetto anche alla crisi economica. Io non andrei molto a perder tempo essenzialmente e credo che le strade siano abbastanza obbligate, quindi, questo è un primo punto, io condivido perfettamente quello che ha detto la dott.ssa De Luca sull'esigenza di dare subito attuazione ai programmi e di confermare queste strategie che sono state molto condivise se c'è qualche modifica da fare, credo vada fatta rispetto alle grandi strategie del QSN. Io, per esempio, parlo come Regione Calabria, qualche problema noi ce l'abbiamo. Faccio una provocazione da 100 punti: se tornassimo indietro e sapessimo che non c'è più il PON scuola credo che diremmo meno ricerca per la Calabria evidentemente, vorremo fare più scuola, più istruzione forse meno ricerca perché un assorbimento di questi importi forse non ce l'abbiamo, non lo so, sto parlando per grandi temi, quindi, sicuramente c'è un problema di priorità che sono anche priorità per regioni evidentemente. Questo è un primo punto. Il secondo punto credo sia ...". Antonio Feleppa: "Ci dicono che è arrivato il Ministro allora salutiamo anche con un applauso credo. Prego si accomodi, venga, venga le lascio naturalmente volentieri. Si accomodi, la ringraziamo per essere qui, ci onora della sua presenza però ci dicono anche che lei ha proprio un'agenda assolutamente stretta, ci dica lei quando vuole intervenire. Io avevo dato un momento fa la parola all'Ingegner Orlando che stava illustrando alcune sue considerazioni sui POR dovremo, forse, ecco chiedere uno sforzo di sintesi in modo che poi possa intervenire il Ministro, grazie". Salvatore Orlando: "Sì, molto velocemente. Quindi per quanto riguarda il PON credo che quello che ha detto prima il collega Pellegrino sia del tutto condivisibile, noi abbiamo fatto un grande lavoro di squadra con i due ministeri. Ci siamo visti più volte e più volte abbiamo riprogettato la prima versione del Programma, quindi, creo che le Regioni abbiamo dato un contributo ... cioè ricordo tutte le giornate che abbiamo passato chiusi in una stanza fino alle dieci di sera, dott.ssa Galletti, quindi credo che sia stato un lavoro importante e che deve continuare. Sicuramente è un lavoro che deve continuare anche in maniera non formale è quello che stiamo facendo con la sottoscrizione degli APQ anche se noi magari siamo un po' più in ritardo rispetto agli altri però credo che abbiamo recuperato anche abbondantemente il tempo perso. Io volevo andare direttamente alla mia Regione cioè volevo fare proprio un excursus veloce, rispondo a tre domande: cosa abbiamo fatto nel 2000-2006 [...] Ricerca ed Innovazione; cosa potevamo fare e perché non abbiamo fatto quello che potevamo fare e cosa possiamo fare ora e come possiamo farlo. Che non è vero che noi siamo la Regione tra virgolette, noi siamo una Regione che esporta poco probabilmente che innova poco però siamo una Regione che ha un capitale umano e un capitale di rotazione di infrastrutture e ricerca di gruppi di ricerca di assoluta eccellenza credo che lo dimostrano i cv dei nostri ricercatori, lo dimostrano le convenzioni che le nostre università hanno e i nostri enti di ricerca hanno con aziende di livello internazionale, lo dimostrano tutta una serie di attività che credo che siano rilevanti anche esperienze di eccellenza quindi là probabilmente è stato un deficit della parte istituzionale della mano pubblica a saper trasformare questo vantaggio comparato in qualcosa che era molto forte. Voglio evidenziare un punto, noi abbiamo avuto la visita della Commissione della Repubblica [...], il 4 e il 5 dicembre, siamo passati dal [...] a un centro di ricerca dove abbiamo esposto dieci progetti, 10 piccoli progetti di ricerca molto innovativi e credo che là la Commissione sia uscita con una percezione molto forte che tanto era un vantaggio [...] su cui aveva tutti gli elementi di riferimento tanto era un vantaggio comparato nel nostro capitale di ricerca [...]. Quindi credo che per noi la ricerca e l'innovazione sia una risorsa importante e abbiamo le dotazioni di base (?) così come per il [...]abbiamo le panchine (?), le cure e quant'altro per la ricerca e l'innovazione abbiamo sicuramente capitale umano, competenze, buone università, buoni giovani buone, sicuramente buone, buone relazioni anche industriali e da quello vorrei partire. Cosa non ha funzionato nel 2000-2006? Anche qua molto velocemente. Noi abbiamo parlato per, io ho fatto anche la programmazione del 2000-2006, noi abbiamo parlato da sempre di PIA, PIA e innovazione, progetti di ricerca alla fine per sette anni abbiamo fatto scorrimento sui temi di 488 e Sabatini [...], noi non abbiamo incrementato nessuna politica di innovazione alla fine. Il primo bando di un PIA in Calabria lo abbiamo fatto a giugno del 2008 quindi noi possiamo scrivere i più bei libri del mondo ma finché non li facciamo cose concrete non funzionano. Questo dietro la spinta della spesa probabilmente che è una spinta pericolosa dobbiamo avere la capacità in questa programmazione di essere veloci ed efficienti ma soprattutto con strategie giuste e strumenti giusti. Cosa stiamo facendo ora, noi abbiamo fatto una riunione una settimana fa con tutti i nostri ricercatori, come sai, centri di ricerca e ragionavamo su una matrice economica e la matrice economica è questa: sulle righe i settori del Piano Nazionale di Ricerca e sulle colonne aveva la strumentazione. Strumentazione del Progetto di ricerca industriale, distretti di Alta Tecnologia, laboratori pubblico-privati, strutture per la ricerca e cooperazione e vedevamo, ragionavamo un po' così, là dove c'è una maturità di strutture di ricerca, dove c'è una crescita importante, dove c'è un tessuto industriale chiaramente i progetti di ricerca industriale hanno un peso maggiore o i distretti. Nei casi come il nostro in cui noi nella passata programmazione noi non abbiamo costruito un'infrastruttura importante per l'innovazione sia ideale che materiale. Noi siamo tra virgolette costretti a ripartire dai laboratori pubblico-privati che sono gli elementi del primo livello di aggregazione tra domanda e offerta. La più semplice la meno caotica, la meno burocratica e quindi alla fine quello che abbiamo condiviso con i nostri partner istituzionali, quindi università e ricerca scientifica, è di puntare essenzialmente su quello strumento poi abbiamo fatto un'analisi critica molto critica sui distretti tecnologici e abbiamo due distretti tecnologici e dobbiamo assolutamente finalizzare a sud le nicchie [...]. Una è sulla logistica [...], un altro discorso è la governance di questi distretti molte volte non funzionano perché la governance non è adeguata probabilmente siamo partiti da un'esperienza che non avevamo e quindi questa programmazione riconfermiamo questi distretti però con un approccio completamente diverso orientato a specializzarli ad aprirli di più [...]. Per quanto riguarda i progetti di ricerca industriale noi abbiamo anche grazie a supporto del Miur. Abbiamo anche delle imprese abbastanza significative che tendono ad investire in Calabria perché trovano delle condizioni sia di capitale umano che ci chiedono essenzialmente che le nostre università producano laureati in ingegneria o laureati in tecnologie in quantità sufficiente e in qualità data quindi i progetti di ricerca industriale noi vorremmo utilizzarli essenzialmente o per [...] investimenti oppure in quelle aree [...] ricercano convenzioni con grandi gruppi industriali focalizzarci su quelli, quindi, c'è una strategia abbastanza ideata e mirata. Ci domandiamo, è una domanda che ci siamo fatti tutti in questo piano di partenariato, ma questa mole di risorse così importanti è una mole di risorse che la Calabria in questa fase è in grado di assorbirla o no? È la grande scommessa alla fine, è una scommessa diciamo di salto di, è un salto importante possiamo sicuramente farcela, noi stiamo investendo molto sulla scuola in Calabria credo che sia conosciuta a tutti abbiamo fatto una piccola rivoluzione, vogliamo fare la stessa rivoluzione sulla ricerca e stiamo cercando di fare un patto con le nostre università. Un patto in cui loro si devono sforzare a promuovere la ricerca e fare ricerca industriale, allargare, noi vogliamo attrarre ricercatori esterni così come stiamo facendo anche con i nostri ragazzi mandandoli a studiare all'estero e c'è tutto un lavoro di internazionalizzazione delle competenze e dei saperi che stiamo portando avanti. Quindi la nostra scommessa credo un po' che col supporto del Miur riusciremo probabilmente anche a vincere a quella di cooperare con le altre regioni e cooperare anche con altre realtà abbiamo in corso un progetto di partenariato molto interessante con l'aria di ricerca di Trieste per quanto l'innovazione delle piccole imprese sono esperienze che loro hanno fatto in maniera diffusa e quindi immaginiamo di collaborare con loro su questa figura dell'agente tecnologico alla fine, quindi, questo è un po' il processo che stiamo mettendo in atto cercando di non ripetere gli errori del futuro, del passato, ma credo che nel passato non abbiamo fatto errori credo che abbiamo lavorato poco e male probabilmente, cioè già fare errori vuol dire apprendere, credo che poi nemmeno abbiamo seguito le strategie che dovevamo seguire".