Davide Pellegrino: "Anch'io sono molto colpito da questa partecipazione ed oltre a dare il senso di un'organizzazione assolutamente efficace rende le Regioni particolarmente, come dire, le colpisce perché è il segno di un interesse nei confronti di questi territori e quindi, diciamo, tutti noi sappiamo che al di là della ritualità di questo incontro, i nostri amici che sono qui ad ascoltarci sono interessati innanzitutto alle possibilità insediative, degli investimenti, a mettere in moto le loro imprese, i loro centri di ricerca in favore delle Regioni della Convergenza. È un momento un po'particolare quello in cui , diciamo, si avvia così ufficialmente o con questa attività di comunicazione così forte, formale il PON Ricerca e Competitività, lo è per ragioni sulle quali mi fermerò un attimo più tardi che sono quelle della crisi, ma lo è anche perché, come posso dire, nella semplificazione mediatica il Mezzogiorno e in particolare le quattro Regioni della Convergenza tendono ad apparire, tendono ad essere disegnate come un universo indistinto che non riesce a venire fuori da un processo, come dire, che non riesce a modernizzarsi, che è eternamente nel guado di una trasformazione che è sempre una promessa e non è mai una realizzazione. Ora questa semplificazione è una semplificazione che gli amici che sono qui, e il fatto che siano qui è un segno dell'interesse e del fatto che, come posso dire, non è possibile dare una lettura così semplificatrice dei processi in atto nel Mezzogiorno in questo momento, sanno che non è vero perché il Mezzogiorno è tutt'altro che un Mezzogiorno indistinto, è tutt'altro di un Mezzogiorno fermo e i dati consegnati anche qualche giorno fa a Reggio Calabria hanno, come dire, riferito di numeri che sono molto diversi rispetto a quelli delle esemplificazioni, delle semplificazioni talvolta il cui movente è talvolta difficile da comprendere. Ora dal punto di vista della Puglia io, come dire, riferisco alcuni elementi che giudico significativi e che molti di voi conoscono perché sono attori di queste modificazioni che si sono realizzate nella Puglia degli ultimi due anni. La Puglia è la Regione che ha il maggior surplus energetico, produce, diciamo, fatto 100 il suo fabbisogno, produce 188 e consegna al resto del Paese l'88% di energia, questa è una delle regioni che ha un credito da questo punto di vista impressionante, diciamo. È un tema questo sicuramente più interessante per i costituzionalisti per chi si occupa di federalismo, ecc, ma non c'è dubbio che questa è una regione che da questo punto di vista fa una cosa molto interessante, ciò nonostante non si è fermata ed ha puntato sull'energia rinnovabile in questi anni e sulle energie rinnovabili ha trovato, trova, dei risultati che sono risultati straordinariamente significativi ha il primato dell'installato e del consegnato in rete sull'eolico, ha il primato, da qualche giorno, anche sul fotovoltaico, la distanza con la Lombardia che la precedeva di qualche kilowatt, perché questa era la differenza, sarà ampiamente aumentata perché abbiamo autorizzato negli ultimi tre mesi circa 60 megawatt di fotovoltaico ed è la terza Regione italiana sulle biomasse. C'è quindi, come posso dire, uno sforzo da parte di questa Regione dell'obiettivo Convergenza per confrontarsi sui temi della sostenibilità ambientale e sulle fonti rinnovabili che è uno sforzo fortissimo e che non è solo uno sforzo che consegna un territorio agli installatori perché questo è un rischio, è uno sforzo costruito sull'elaborazione di una politica che, per esempio, intorno alla costruzione di un distretto di tecnologia che è il distretto dell'energia, il distretto nazionale dell'energia, ha trovato come posso dire un coagulo che vede insieme non solo gli attori locali, non solo le università locali che ci sono tutte ma vede insieme anche le università del Centro Nord, che vede una parte delle università del Sud, che vede i più grandi produttori di energia anche delle energie tradizionali perché il tema delle energie rinnovabili non è un tema esclusivo perché ci sono alcune questioni che riguardano la ricerca che ovviamente non riguardano le energie rinnovabili senza arrivare al nucleare che però è una questione sul tappeto ovviamente ci sono tutti i problemi, pensate solamente ai temi del sequestro dell'anidride carbonica, e come per esempio tutta questa questione sia così rilevante per una Regione che ha, come la Puglia, la più grande centrale di fossile, una delle più grandi centrali di fossile d'Europa, la più grande centrale di fossile in Italia. Negli ultimi due anni la Puglia ha stipulato contratti d'investimento finanziati risorse comunitarie in grande parte, ma non solo con risorse comunitarie, per un miliardo circa di investimenti. Un complesso di investimenti di un miliardo tra risorse pubbliche e risorse private e, al momento, la proroga della rendicontazione ci consegna un po' di respiro, un po' rispetto all'affanno a cui eravamo costretti, ma i dati ci dicono che quelle risorse erano rendicontabili, quelle di questo pezzo di cui vi ho parlato, di questo pezzo che è partito negli ultimi due anni erano tutte quante spese al 95%. È una Regione che ha investito negli ultimi due anni 170 milioni di risorse pubbliche sulla ricerca moltiplicando la forza, come dire, l'aiuto, l'accompagnamento ai centri di ricerca pubblici e privati. È una Regione che partiva con un dato di export che era negativo e che oggi l'Istat ci consegna i dati, come sapete di qualche giorno fa, del terzo trimestre del 2008 ci dicono che la Puglia ha aumentato anno su anno del 9,2% le esportazioni. Il 31 dicembre del 2006 noi avevamo un milione duecentosessantottomila occupati, il 30 giugno del 2008 noi ne abbiamo registrati un milione trecentoventiquattromila siamo di fronte ad un aumento di stock di occupati di novantaquattromila e cinquecento unità di fronte ad un quadro macroeconomico che ci dice che la Puglia è cresciuta del 4% negli ultimi due anni dal punto di vista del prodotto interno lordo ed è un elemento che abbondantemente sottolineo superiore media italiana. Questi sono dati Istat, non sono invenzioni di studi di ricerca pugliesi e questo dati dicono di un Mezzogiorno, o di un pezzo del Mezzogiorno, i colleghi diranno dalla parte loro di un pezzo del Mezzogiorno che cresce di più rispetto alla media del Paese. Ora che impatto ha la crisi in una fase di espansione come quella che io vi ho un po' descritto? L'impatto è estremamente pericoloso noi siamo molto allarmati, siamo allarmati perché come voi vedete gli aumenti interessanti, e non c'è dubbio che poi da un punto di vista sociale ed economico il numero più significativo sono i novantaquattromila e cinquecento in più perché poi questa è la sostanza insomma, eh! Questi novantaquattromila e cinquecento occupati in più sono un dato che convive con una produttività per addetto che non ha avuto nessun aumento. Questo è un al elemento estremamente significativo è come se si fosse messa in moto una macchina, ma questa macchina non ha ancora colto, diciamo, delle modernizzazioni significative nei sistemi di produzione. Ci sono molte letture possibili di questi numeri, una delle letture possibili è il fatto che, per esempio, la Puglia ha varato una legge di emersione del lavoro nero che è stata recentemente premiata a Brussels come una delle buone pratiche legislative ed è del tutto evidente che una legislazione di emersione, una buona legislazione di emersione, diciamo, incide sugli occupati e non incide significativamente sul valore aggiunto e sulla produzione, quindi, è probabile questo elemento sia un elemento. Certamente è un elemento di preoccupazione nelle politiche di programmazione pubbliche della Regione. Ecco il PON arriva in questo momento che un momento estremamente significativo è chiaro che il PON può rispondere in maniera forte all'esigenza di introdurre pezzi di innovazione importanti all'interno dei processi produttivi pugliesi che sono per un pezzo consegnati alla manifattura tradizionale con alta intensità di lavoro, ma per un pezzo molto rilevante penso all'aeronautico, penso alla meccatronica, penso a questo tema delle energie rinnovabili che vi ho detto è estremamente importante e molti altri che, invece, sono sicuramente più vocati, più inclinati per le loro caratteristiche sulle quali non mi soffermo. Questo lavoro di questi mesi che è stato un lavoro molto faticoso ed ha seguito il lavoro di programmazione che vi dico è stato un'esperienza molto significativa perché il PON ha consegnato, si è molto parlato del lavoro d'intreccio delle amministrazioni centrali. Le amministrazioni centrali hanno riferito anche del lavoro di confronto che è stato fatto con le amministrazioni regionali, lasciandoci però sicuramente lo spazio per, come dire, sottolineare noi amministrazioni regionali l'importanza che è stata quella di costruire o di verificare elementi di intreccio e di collegamento e di complementarietà tra le nostre programmazioni regionali e il PON. Il PON è un programma che ha un impegno finanziario enorme, muove delle risorse finanziarie impressionanti. Da questo punto di vista, voi capite, le sovrapposizioni potrebbero addirittura avere un impatto distruttivo nei confronti di amministrazioni regionali che scontano spesso delle debolezze che sono spesso delle debolezze di struttura prima ancora che debolezze di strategia, no? Quindi è evidente che questo lavoro è stato un lavoro molto importante. Io credo che il lavoro del Comitato di Sorveglianza credo che lo abbiano, in qualche maniera, suggellato, credo che questo lavoro, al momento, sia un buon lavoro. È probabile che si debbano fare degli aggiustamenti, io credo che la parte relativa all'ingegneria finanziaria, lo dico come lo posso dire anche rivedendo una posizione, per esempio, della mia Regione su questo punto. La Regione Puglia aveva rivendicato, come posso dire, una forte prevalenza delle politiche regionali in materia di ingegneria finanziaria perché questa era la tradizione che ci era stata consegnata dal PON 2000-2006, credo che la crisi oggi ci imponga di rivedere questo tema, mi pare che il decreto legge cosiddetto ‘anticrisi' indichi una strada che è quella del rifinanziamento del Fondo centrale, questo è compatibile con Basilea2 e le proposte di modifica del 1083 vanno assolutamente in questo senso. Quindi, questa potrebbe essere veramente un'interessantissima partita per coniugare la salvaguardia delle regole di vigilanza in materia di intermediari che è un tema delicatissimo perché è il tema del giorno, di lì comincia la questione, sembrava che Basilea2 fosse un capriccio del sistema ed oggi è diventato un estremo vincolo però la crisi nasce da lì, da questo tentennamento del sistema finanziario, quindi, quella è probabilmente una questione che non va ridiscussa tenute ferme le regole di Basilea2 è possibile trovare un interessante approccio nel quale noi valorizziamo anche, eventualmente, e questo è scritto già nel PON anche eventualmente con delle risorse di tipo regionale la costituzione, l'irrobustimento di un Fondo centrale di garanzia che in questo momento è disegnato all'interno del decreto legge anticrisi e che, forse, non è però sufficientemente finanziato da quel decreto legge perché la posta prevista all'interno del decreto legge è in realtà una posta che, al momento, è nominale e che deve venire fuori da un'attività di revoca della 488. Credo che questa è una cosa estremamente interessante, le cose che ci dice la Commissione, le cose che ci dice la Commissione ci consegnano immediatamente un tema di lavoro e però il pezzo della ricerca, forse, quello no, quello è un pezzo sul quale è indispensabile avviare con la massima tempestività, questi, in questo momento, sono possibili Accordi di Programma a un buon livello di definizione che mi pare che siano stati costruiti con questa logica: valorizzare alcune esperienze di aggregazione distrettuale che ha avuto una regolamentazione interessante in Italia, con i Distretti di Alta Tecnologia dove in qualche maniera la selezione è fatta a livello territoriale all'interno dei sistemi produttivi e a livello dei Centri di Ricerca, mi pare giusto che qui ci sia una valorizzazione perché questo tra l'altro aumenta l'efficacia e la rapidità della realizzazione e poi un altro pezzo, invece, altamente selettivo con una selezione competitiva che guarda ai settori più importanti delle singole Regioni con annesse le strategie di ricerca regionali, per quanto riguarda la Puglia, in parte, sono all'interno dei Distretti di Alta Tecnologia che son quattro, per noi, meccatronica, agroalimentare, Distretto delle alte tecnologia di Lecce e il Distretto dell'Energia e accanto a questi quattro temi che sono insieme un po' Distretti e settori importanti per il territorio alcuni altri temi che sono l'aeronautica, i sistemi avanzati, i nuovi materiali e l'ICT e l'ambiente sui quali è indispensabile, questo io lo dico alle amministrazioni centrali, è indispensabile mettere in atto un processo di definizione rapida, di interventi su questi due temi che, insomma, voglio dire, dico delle banalità, direi della banalità e non le voglio dire, l'importanza che hanno questi due pezzi, per questo abbiamo dei passaggi amministrativi che debbono essere fatti e debbono essere fatti al più presto perché per noi è indispensabile, non possiamo pensare ad azioni efficaci in materia di ricerca prescindendo dal tema ambientale. Anche D'Alessandro ci raccontava come poi alla fine questa cosa diventa addirittura una possibilità di interpretare in maniera più estensiva addirittura il tema finanziario. Questi settori non ci sono scoperte, non ci sono cose nuove, come vedete tutto quanto è tutto sommato già scritto, è già il risultato di tanta attività fatta anche all'interno del PON 2000-2006. Oggi c'è un passaggio ulteriore che è il passaggio attraverso l'Accordo di Programma Quadro applicando il Titolo V è la prima volta che lo applichiamo formalmente da questo punto di vista ha un valore. Io credo che l'intuizione del DPS di lavorare tanto su questo strumento è stata un'intuizione giusta, ha trovato le Regioni assolutamente consenzienti e credo che le Amministrazioni centrali non hanno mai detto una parola contro questo strumento e questo ci consegna all'indomani della firma comuni responsabilità, perché questo poi è l'altro tema, sull'esecuzione, sulla valutazione, sul monitoraggio di questi temi che è la questioni sulla quale noi potremo effettivamente verificare se questa enorme massa finanziaria produca questa modernizzazione attesa in parte realizzata ma che si deve compiere".