Valentina Curzi: "Allora ritornando, appunto, a quanto diceva la Dott.ssa De Luca nella diagnosi del, diciamo in tutto il lavoro preparatorio, del QSN una delle cause di stagnazione è proprio l'inadeguatezza del capitale e, diciamo, questo è un assunto importantissimo perché sulla base di questo è stato costruito, sono stati costruiti gli interventi in tema di risorse umane che partono, sostanzialmente, dall'individuazione della centralità dell'intervento nelle risorse umane come fattore indispensabile per il raggiungimento di obiettivi di sviluppo, coesione, occupazione e questo è stato veramente una cosa fondamentale in questa programmazione. Unitamente al partenariato interistituzionale e con le parti sociali che ha consentito di assicurare una strategia territoriale integrata. Il tema è quello dell'integrazione dei sistemi di istruzione, formazione e lavoro, una concentrazione degli interventi negli ambiti nei quali le politiche di Fondo Sociale Europeo possono dare un maggiore valore aggiunto e unitamente, infine, a un monitoraggio e ad una valutazione a supporto ed orientamento delle politiche degli interventi, in modo tale da poter riorientare, eventualmente, gli interventi. Questo ha condotto, sostanzialmente, alla priorità 'uno' che è quella: miglioramento e valorizzazione delle risorse umane nel QSN. Il Fondo Sociale Europeo in Italia finanzia sedici Programmi operativi Regionali in obiettivo 'Competitività', per cui Centro-Nord, cinque in 'Convergenza', due Programma operativi nazionali in Convergenza: uno a titolarità del Ministero del Lavoro, uno a titolarità del Ministero dell'Istruzione e un Programma operativo nazionale, in obiettivo 'Competitività', a titolarità del Ministero, del nostro Ministero, del Ministero del Lavoro. Allora, perché noi siamo qui, diciamo noi, Autorità capofila del Fondo Sociale, siamo qui a parlare in questo ambito d'intervento di Programma operativo nazionale Ricerca perché il regolamento generale in un suo articolo consente la possibilità, appunto, diciamo è quel che è rimasto, come diceva la Dott.ssa De Luca siamo in un panorama di monofondo però, diciamo, quel che è rimasto dei programmi pluri obiettivo è esattamente questa possibilità della flessibilità al 10% per cui un Programma operativo Fondo Sociale può utilizzare nel 10% delle sue risorse gli ambiti d'intervento del FESR e viceversa, per cui questo è valido, per esempio, per il Programma operativo Ricerca per cui nel suo 10% delle sue disponibilità finanziarie può agire come se fosse un Programma operativo di Fondo sociale. Questo che cosa significa? Il fondo Sociale finanzia interventi in materia di adattabilità di imprese, persone e lavoratori, in tema di occupabilità di inclusione sociale e di capitale umano sostanzialmente con delle piccole differenze sulle Regioni in obiettivo 'Competitività' e in modo un po' più marcato in obiettivo 'Convergenza' soprattutto sugli interventi in materia di capitale umano e di riforma della Pubblica Amministrazione. Appunto noi abbiamo questi due Programmi operativi nazionali, uno in competitività e uno in convergenza, i Programmi operativi nazionali anche i nostri, diciamo, essendo il tema della formazione professionale, un tema di esclusiva competenza regionale sono in realtà un po' residuali i nostri Programmi operativi nel senso che finanziano azioni di sistema, azioni volte alla standardizzazione, alla definizione di standard validi su tutto il territorio nazionale. Appunto sempre al fine di garantire un sistema Paese e il ruolo dei PON è molto importante soprattutto nel quadro delle riforme dei sistemi di istruzione, formazione e lavoro. La metodologia dei nostri PON è quella di avere un carattere strumentale di servizio per cui abbiamo azioni a carattere sistemico a livello nazionale e azioni di sostegno ai POR, ai Programmi Operativi Regionali. Il tutto in una logica unitaria evitando la frammentazione e la dispersione delle iniziative, valorizzando la sinergia con le attività dei Programmi Operativi Regionali e del Programma Operativo Nazionale del Ministero dell'Istruzione, mi riferisco a quello di Fondo Sociale in particolare. Allora veniamo a quello che succede ora e per cui in stretta connessione con quello che diceva il rappresentante della Commissione, che cosa è successo? Appunto, adesso siamo in un momento, sapete tutti, segnato da una crisi mondiale, resta difficile mantenere, non tenere conto di un contesto che in breve tempo è totalmente cambiato e che non può che imporre una riflessione del conseguente reindirizzo delle strategie. È proprio di questo che stiamo parlando, la Commissione appunto nelle sue dieci azioni ci sono proprio delle azioni specifiche proprio sul Fondo Sociale proprio, appunto, sulle persone. Un allargamento, per esempio, del Fondo per la globalizzazione che è un Fondo proprio destinato, diciamo passivo per le imprese in crisi e un reindirizzo anche delle attività e una finalizzazione, una prioritarizzazione delle attività proprie del Fondo sociale europeo. La crisi avrà dei riflessi immediati, lo sapete tutti già nel 2009 e abbiamo una necessità, quindi, di avere sui risposte immediate ed efficaci principali destinatari della platea d'intervento di questi interventi per cui lavoratori, giovani in cerca di prima occupazione e imprese sostanzialmente. Il Fondo Sociale Europeo, appunto lo diceva il rappresentante della Commissione prima vi ha illustrato le modifiche al regolamento generale. Ci sono delle modifiche anche al regolamento di Fondo sociale europeo che, appunto, utilizzando il famoso 10% si possono riverberare anche ovviamente anche sul Programma operativo Ricerca e che consentono sostanzialmente non intervengono sui campi d'intervento per cui su, quello che vi dicevo prima, adattabilità, occupabilità, capitale umano, inclusione sociale ecc, ma soprattutto su una semplificazione delle procedure di spesa, per cui appunto, largo utilizzo di queste somme forfettarie con varie modalità questo appunto nell'idea della Commissione dovrebbe garantire un'accelerazione, una semplificazione della possibilità di spesa. Le linee strategiche nazionali, allora, la sfida e la realizzazione di un effettivo welfare to work, per noi in questo momento, con una sinergia tra politiche d'interventi formazione, occupazione e ammortizzatori sociali. Purtroppo, ne dobbiamo parlare di ammortizzatori sociali, è proprio il nostro cavallo di battaglia in questo momento, questo presuppone una rivoluzione del concetto di welfare. Per cui un welfare delle opportunità che si rivolge alla persona, rafforzandone la continua autosufficienza intervenendo in anticipo con un'offerta personalizzata ma, al contempo, questa è la novità, un welfare della responsabilizzazione per cui un sanzionamento in caso di rifiuto di un'offerta di lavoro, di un percorso di riqualificazione con perdita dei benefici, questa è la nostra idea del welfare to work. Una finalizzazione della spesa sugli individui come ultimi destinatari degli interventi, infine, è necessario lavorare per un'effettiva integrazione delle risorse finanziarie tra Fondi comunitari, nazionali e regionali per aumentare l'intensità degli interventi sulle questioni prioritarie di comune rilevanza. Infine, un'integrazione e un coordinamento di tutti i Fondi esistenti per aumentare l'efficacia della spesa e la riduzione delle diseconomie anche qui ritorniamo a un uso del monitoraggio e della valutazione per misurare e analizzare gli interventi, sono in questo caso previsti questa è una cosa molto importante degli indicatori capaci di misurare la ricaduta in termini di inserimento occupazionale a seguito d'interventi formativi. Questo credo che possa essere interessante anche per, diciamo, il PON Ricerca, infine, un dialogo e una condivisione di azioni rilevanti con attori istituzionali, le Regioni e le Pubbliche Amministrazioni Centrali con le parti sociali e, infine, una razionalizzazione dei tavoli e dei gruppi di lavoro esistenti per assicurare risultati concreti senza disperdere e frammentare le attività. Diciamo questa è in questo momento la nostra risposta alla crisi, stiamo pensando a questo insomma. Le azioni di sistema dei Programmi operativi nazionali a titolarità del Ministero del Lavoro anche qui sono basati sulla centralità dell'individuo, sul miglioramento della sua occupabilità, della sua adattabilità e della sua mobilità con una particolare focalizzazione su tre azioni di sistemi, che adesso io vi riporto da esempio, ma soprattutto su una della quali ci potrebbe essere sicuramente una connessione col Programma operativo della Ricerca. La prima è quella sul sistema degli standard minimi nazionali, professionali, di certificazione delle competenze di standard informativi con il quale abbiamo avviato proprio con il Ministero del Lavoro anche qui è molto importante il rapporto con tutte le amministrazioni competenti per cui anche il Ministero dell'istruzione e anche la parte Università perché, diciamo, c'è questa corrispondenza sugli standard per esempio in connessione con il processo di Bologna. Questo per noi è molto importante perché è un dispositivo per la messa in trasparenza e riconoscimento delle competenze apprese in contesti formali che rilasciano dei titoli: la scuola o la formazione; non formali per cui sul luogo di lavoro ed informali per cui nati da esperienze personali. Diciamo questo, vabbè entrando un po' nel dettaglio sono lo status dell'azione è l'individuazione per il momento di figure professionali di alcuni settori e attività per il momento stiamo lavorando su turismo e metalmeccanico declinate per attività ed unità di competenze e la produzione a regime di linee guida per gli standard professionali che, attualmente, è in via di perfezionamento. Infine un'altra cosa interessante è il sistema informativo statistico della formazione professionale per cui a partire dalle banche dati regionali stiamo realizzando un sistema di indicatori sulla formazione professionale e, infine, il sistema di formazione continuo, un sistema integrato di formazione continua dove vengono in una regia nazionale ne vengono messi insieme, onde evitare duplicazioni, gli interventi di varie fonti di finanziamento Regionali di Fondo sociale europeo e dei Fondi interprofessionali che sono quei Fondi per cui le imprese destinano lo 0.30% che prima andava all'INPS possono decidere di destinarlo a questi Fondi interprofessionali. La governance di tutto questo anche qui mi riallaccio con quello che diceva la dott.ssa De Luca che è un po', diciamo, frutto del QSN però per noi molto importante perché, diciamo, noi abbiamo un modello molto consolidato di partenariato attivo cioè dialoghiamo moltissimo con le Regioni per forza di cose ma anche con le altre amministrazioni e soprattutto col partenariato economico e sociale. Questo è stato fatto in fase di programmazione, in fase di condivisione dell'impianto dei Programmi operativi ma sarà necessario farlo ed è necessario farlo, viene fatto in fase di attuazione per cui sia con le Regioni perché come vi dicevo i Programmi operativi del Ministero del Lavoro definiscono gli standard nazionali, degli standard minimi soprattutto minimi nazionali poi ogni Regione li deve applicare a valle cioè sono una definizione a monte per un'applicazione a valle per cui il rapporto deve essere continuo ed ovviamente continuo deve essere il rapporto anche con il Ministero dell'Istruzione, non è deve essere, è continuo con il Ministero dell'Istruzione è continuo con il Ministero dell'Istruzione perché abbiamo sempre l'obiettivo comune è l'integrazione dei sistemi istruzione, formazione e lavoro. Grazie".