Pasquale D'Alessandro: l'adattamento e l'evoluzione degli interventi nell'utilizzo dei Fondi strutturali. Noi avevamo fatto una programmazione tra il 2006 e il 2007, era stata fatta ovviamente all'oscuro di tutto quello che è avvenuto nell'ultimo anno, anno e mezzo. I programmi hanno avuto un'impostazione che non risentiva di quello che è accaduto in questi ultimi mesi e quindi questo ha un riverbero su quella che poi è l'attuazione perché oggi ci troviamo di fronte a delle sfide che sono completamente nuove e che in alcuni casi rimetterebbero, uso il condizionale, in discussione quelle che erano le priorità fissate inizialmente durante la negoziazione dei programmi e quindi rimetterebbero in discussione ciò che è avvenuto durante il corso del 2007. Ci ritroviamo qui ad affrontare questa sfida e quindi quali potrebbero essere adesso le leve da azionare per poter dare immediato impulso e mettere liquidità nel sistema affinché si avviino concretamente i programmi che avevamo negoziato ma si rifletta anche su quali possano essere le eventuali proposte di revisione di quelle che erano gli obiettivi, le strategie dei programmi e in particolare di questo programma. Non mettiamo in discussione la strategia discussa e approvata nel 2007 però intanto c'è un'apertura da parte della commissione sulle preoccupazioni degli Stati membri. Questo intervento è suddiviso in due filoni principali: uno riguarda le proposte della Commissione fatte durate il Consiglio informale di Marsiglia e che riguarda essenzialmente proposte fatte agli Stati membri, poi il seguito di quelle proposte è una prerogativa degli Stati membri quindi poi gli Stati membri decideranno o meno se adottare quanto suggerito dalla Commissione in sede di Consiglio informale a Marsiglia. Vedremo nella fase finale la proposta della Commissione in tema di semplificazione nell'attuazione ed in particolar modo quello che dovrebbe avvenire riguardo la parte finanziaria dell'attuazione dei programmi comunitari e quindi vedremo una serie di elementi, una serie di cosiddette leve che potranno essere attivate e dare impulso finanziario all'attuazione dei programmi. Voi conoscete benissimo quello che è stato discusso in sede di Consiglio informale, la Commissione ha chiesto agli Stati membri di avviare interventi per circa 1,5 punti percentuali rispetto al PIL comunitario. Una parte di questa percentuale 1,5 dovrebbe venire essenzialmente da azioni da porre in essere direttamente su politiche di bilancio degli Stati membri, l'altro 0.3% in realtà è attuato tramite una serie di interventi della Banca Europea degli investimenti che ricorrendo ad una operazione di raccolta per circa 30 miliardi di euro dovrebbe favorire l'accesso al credito per le imprese. La parte più importante è il rispetto di quelle che sono essenzialmente le strategie comunitarie di lungo periodo per noi quello che diventa importante nell'attuare questo tipo di interventi è legato alle priorità comunitarie che, come ricordiamo, sono: * investimenti ricerca e sviluppo * innovazione * efficienza energetica * innovazioni tecnologiche. Come dicevo già in precedenza circa 1,2 % di PIL dell'Unione Europea dovrebbe essere messo in campo dagli Stati membri poi sarà a scelta delle rispettive politiche nazionali degli stessi Stati membri decidere su quali settori intervenire. Quello che resta fermo è il vincolo previsto nella strategia di Lisbona, questo deve servire a raggiungere quegli obiettivi perché non ha senso andare ad erogare il patto di stabilità per operazioni che non siano finalizzate alla sostenibilità anzitutto di lungo periodo di quella che è la politica di bilancio nazionale e poi ovviamente a quelli che sono gli obiettivi fissati nella Strategia di Lisbona. Dicevo già in precedenza, cos'è stato fatto finora? C'è stata una forte riduzione del tasso d'interesse da parte della BCE quindi il primo intervento concreto per accrescere alla liquidità del sistema è stata la riduzione del tasso d'interesse. Un aspetto fondamentale da sottolineare è legato alla trasferibilità di questi benefici derivanti dall'iniezione di liquidità nel sistema alle PMI e, in generale, al mondo delle imprese cioè si vuole che l'effetto derivante dalla riduzione del tasso d'interesse non resti essenzialmente legato ai vantaggi del sistema redditizio finanziario ma venga trasferito al sistema delle imprese. Per quanto, invece, riguarda gli interventi sulla politica di bilancio sempre nel rispetto del principio di flessibilità del patto di stabilità e di crescita, la Commissione ha dato la possibilità agli Stati Membri di derogare. Io so che l'Italia ha deciso di non utilizzare tale leva ma questi sono aspetti che non riguardano questo tavolo però di fatto la Commissione ha interpretato quel principio di flessibilità per poter dare un impulso ad una politica di spending, tra virgolette spending, nel senso che sarebbe legata alla flessibilità nel corso dei prossimi due anni e quindi con una serie d'interventi al ripristino della situazione preditoria del rapporto deficit PIL. Quindi tempestività degli interventi temporanei, come dicevo, nel corso dei prossimi due anni, mirati a cosa? Essenzialmente a due target: le persone quindi tutto quello che riguarda il mondo del lavoro e le imprese in particolar modo. Questi interventi saranno coordinati perché questo dovrebbe avvenire sempre informando la Commissione di tutto quello che è lo stato membro e che lo stato membro vuole porre in esse. Il mix di strumenti, politica fiscale e ampliamento della spesa pubblica dovrebbe riguardare, essenzialmente cosa? Soprattutto sulla parte che ora grava maggiormente sulle imprese, una sorta di razionamento del credito e quindi di fatto tutti gli interventi dovrebbero essere mirati a facilitare l'accesso al credito delle imprese. Nella slide alle mie spalle c'è una parte con un carattere sottolineato che riguarda l'accesso ai capitali circolanti di breve periodo. Noi come Commissione in particolare il FESR sul programma Ricerca ma, in generale, su tutti i programmi finanzia investimenti. Quindi anche quello che si utilizza come garanzia dovrebbe andare a finanziare gli investimenti delle imprese. La Commissione ha scritto che se in questo momento la necessità delle imprese è quella di utilizzare anche forme di finanziamento per operazioni di finanziamento del capitale circolante ovvero che ora le imprese non hanno bisogno solo di sostenere gli investimenti ma anche di finanziare altri tipi di parti dell'attivo dell'azienda, la Commissione ha detto che si può ricorrere a forme di garanzia e prestiti che vanno a finanziare anche questo tipo di attività dell'impresa. Però il vincolo è che tutti questi interventi dovranno essere destinati alle priorità comunitarie che sono in questo momento la parte riguardante l'efficienza energetica e il cambiamento climatico. Per quanto riguarda i contributi sociali, la Commissione ha detto che c'è la possibilità per favorire l'occupazione in alcuni settori, gli Stati membri potrebbero anche utilizzare la leva fiscale per detassare quelli che sono tutti gli oneri sociali e le contribuzioni sociali legate al mondo del lavoro. In quali settori? Nei settori ad alta intensità di lavoro questo per dare respiro agli imprenditori di poter assumere o comunque mantenere i livelli occupazionali. Un altro discorso è legato essenzialmente alla politica di riduzione delle imposte sul valore aggiunto, questo ovviamente a supporto dei consumi. Tutto questo che ho appena elencato fa parte del piano presentato a Marsiglia e che dovrà essere fatto proprio dagli Stati membri. Venerdì scorso, il 12 dicembre, il Consiglio ha, nelle conclusioni della Presidenza, preso atto di questo piano e di fatto ha avallato quanto ha proposto la Commissione il 26 novembre. Cosa voglio dire con questo? Voglio dire che se gli Stati membri hanno intenzione di portare avanti tutto quello che abbiamo visto possono farlo in pieno coordinamento e collaborazione con la Commissione. Questo riguarda però aspetti legati alla politica di bilancio nazionale non riguardano i Fondi strutturali anche se poi ci sarà una parte legata alle modalità di applicazione dei Fondi strutturali. Quali sono i settori di intervento? I settori d'intervento sono focalizzati sui quattro pilastri della Strategia di Lisbona ovvero aiuti ai lavoratori, alle imprese, alle infrastrutture e all'energia e al Programma Ricerca e Competitività cioè tutta la spesa che riguarda la ricerca e l'innovazione. Per quanto riguarda il primo punto la Commissione in sostanza ha proposto 10 azioni: la prima azione riguarda la flexisecurity policy nel senso che c'è un problema in questo momento nel mondo del lavoro, c'è un problema di sostenibilità dei livelli occupazionali. Allora si darebbe la possibilità agli Stati membri di poter mettere in campo delle azioni legate essenzialmente al sostegno di quelle forme occupazionali più vulnerabili e meno difendibili. Lasciamo stare i discorsi sugli ammortizzatori sociali, l'importante è sviluppare e creare essenzialmente domanda di lavoro e l'alleggerimento degli oneri potrebbe dare un forte impulso soprattutto nei settori caratterizzati da una forte intensità del fattore produttivo lavoro. Per le imprese: vi dicevo prima del pacchetto bay. 30 miliardi di euro da recuperare sul mercato dei capitali e da iniettare nel sistema finanziario soprattutto a favore delle PMI Ci sarebbe un'ipotesi, ma questa è da verificare perché i nostri colleghi della dg concorrenza si dovranno esprimere su questo aspetto, che riguarda una sorta di autorizzazione temporanea per facilitare l'accesso alle imprese relativamente ai settori che riguardano l'adeguamento da parte delle stesse rispetto alle norme ambientali dell'Unione Europea quindi ci sarebbe una sorta di facilitazione per gli investimenti in questo settore. La parte più importante per il Programma Ricerca riguarda l'intervento a favore delle imprese. Le proposte riguardano 4 tipi di interventi: uno legato alla riduzione degli oneri amministrativi a carico delle imprese, una riduzione a tre giorni per l'avvio di un'impresa poi ce n'è uno significativo ma credo personalmente di difficile praticabilità, riguarda la riduzione degli adempimenti relativi ai conti e ai bilanci per le piccole imprese. Questo determinerebbe un risparmio stimato a livello di Unione Europea pari a 7 miliardi di euro se fossero eliminati tutti i vincoli legati alla parte contabile delle microimprese cioè una semplificazione di quella che è la parte relativa ai bilanci, alle rendicontazioni delle microimprese. Un'altra cosa importante è legata al pagamento delle fatture nei confronti dei servizi prestati alla pubblica amministrazione. Le imprese avrebbero l'opportunità di poter incamerare tali importi al massimo entro un mese, questo avrebbe un impatto notevole sui fabbisogni finanziari delle imprese soprattutto su quelle che lavorano con la pubblica amministrazione. Un ultimo punto che riguarda il Programma Ricerca e Competitività, è legato alla riduzione pari al 75 % dei costi che le imprese devono sostenere per la domanda di brevetti e ad una riduzione in termini di costo fino al 50 % per quanto riguarda la registrazione dei marchi a livello dell'Unione europea. Sulle infrastrutture e l'energia c'è un forte impegno dell'Unione Europea riguardo il finanziamento delle infrastrutture in particolare dell'eredità connesse alle tecnologie dell'informazione e della comunicazione e qui rientrerebbero i Fondi strutturali in quell'ipotesi, che abbiamo fatto iniziale, di rinegoziazione di eventuali priorità sia a livello di QSN, sia a livello di Programma operativo ma l'aspetto più importante riguarda i Programmi operativi. Questa era la parte non regolamentare. Per quanto, invece, riguarda la parte regolamentare la Commissione è impegnata su un fronte molto importante che riguarda essenzialmente la revisione del regolamento 1083. Quali sarebbero le proposte di modifica allo studio? Lasciamo le prime due che riguardano aspetti finanziari sull'articolo 44 e l'articolo 46 non hanno rilevanza in questo momento, ma quello per cui vale la pena spendere due secondi riguarda essenzialmente l'articolo 56 e l'articolo 78. Con le modifiche dell'art. 56 si dà la possibilità di riconoscere i contributi in natura su dei fondi e la possibilità di riconoscere in maniera forfettaria le spese generali sulla base di un tasso forfettario. Ci sono 3 condizioni: il regolamento generale sull'ammissibilità della spesa a livello nazionale deve consentirlo, devono esserci documenti che supportano questa stima e poi i valori dei contributi in natura che, compreso il cofinanziamento UE, non possono essere superiori al totale delle spese ammissibili del Fondo. La cosa più importante è legata alla modifica dell'articolo 78. Fino ad ora sapete che gli anticipi non erano rendicontabili e la Commissione ha avuto un contenzioso che è durato circa 4-5 anni però noi con questa proposta di modifica al punto dell'articolo 78 chiudiamo un contenzioso lungo di anni per cui gli anticipi non erano rendicontabili. Nel nuovo regolamento avevamo previsto un margine di flessibilità che potesse arrivare al 35 % del costo totale di un progetto. La Commissione interviene in questo momento riconoscendo la possibilità di rendicontare gli anticipi concessi sull'avanzamento dei progetti fino ad un massimo del 100% ovviamente con tutta la serie di garanzie e condizioni previste dall'articolo 78. Questa è una svolta quasi epocale soprattutto per chi opera sul territorio, per le imprese che dovranno fare investimenti e per i gestori dei programmi è un elemento che consentirà una rapida attuazione di quanto scritto nei programmi. Inoltre c'è la modifica dell'articolo 82 con l'ulteriore quota di anticipo che dovrebbe essere erogata all'inizio del 2009 questo significa immettere ancora una volta liquidità nel sistema. Quando avverrà tutto questo? Nei prossimi mesi, l'adozione delle 10 azioni è cosa fatta perché come vi dicevo c'è l'avallo da parte del Consiglio quindi gli Stati membri hanno adottato la proposta di piano di ripresa presentata dalla Commissione. La modifica dei regolamenti forse l'aspetto più importante, questo dovrebbe avvenire nei prossimi mesi perché la Commissione, gli Stati membri e il Consiglio dovranno fare pressione al Parlamento perché è una proposta che ora deve trovare una concreta applicazione nell'approvazione. C'è un appuntamento importante da qui alla primavera del 2009 in cui saranno ridiscusse altre eventuali misure che potranno essere messe in campo per interventi a sostegno di quella che è la situazione attuale del sistema economico.