Moderatore: Salvatore MAZZOLA, Direttore dell’Istituto per l’Ambiente Marino e Costiero del CNR - Grazie Giada per il tuo intervento, questo era l’ultimo. Intervento: Fabrizio COBIS, Dirigente Ufficio VII - Programmi operativi comunitari - Autorità di Gestione PON Ricerca e Competitività 2007-2013 - MIUR - Diamo alcune risposte puntuali che sono state richieste. Allora, gli esiti del primo Bando PON, non che non mi aspettassi la domanda. Premesso che io, come noto, faccio l’Autorità di Gestione e quindi riporto quello che a me risulta in questo momento, in quanto Autorità di Gestione mi sono concentrato un po’ di più sul rispetto delle regole di disimpegno automatico che mi competevano direttamente. La valutazione delle domande è risultata particolarmente complessa, evidentemente, dato il numero delle domande e la necessità che venissero rispettati tutti gli aspetti del Bando e della normativa in generale che erano presenti. Certamente è un dato oggettivo, ci si aspettava una velocità diversa nella risposta questo è evidente. Diventa difficile parlare di capacità di avvicinare ricerca e mercato e di far arrivare prima possibile i prodotti sul mercato se poi chi, in qualche modo, deve contribuire al sostegno finanziario di queste iniziative non marcia allo stesso ritmo del mondo esterno. Io condivido quanto è stato detto: quando si parla di Innovazione e d’importanza dell’innovazione, si parla d’innovazione a tutto campo. L’innovazione non è soltanto l’innovazione scientifica o tecnologica, c’è esigenza di innovazione culturale, mentale e anche nelle nostre burocrazie che, giustamente, da molti punti di vista sono molto attenti al rispetto delle regole, delle infinite regole che esistono nella gestione di risorse pubbliche e io ritengo che ci sono vari modi di approcciare questo problema, modi più dinamici e modi meno dinamici. È vero che ci sono regole che non dipendono soltanto da chi poi gestisce il bando, faccio spesso un esempio: noi possiamo essere il più veloci possibili nel definire i requisiti e le modalità per liberare un’erogazione, autorizzare un’erogazione, se poi come la legge prevede, io devo richiedere un Certificato di antimafia e le Prefetture competenti a loro volta ci mettono mesi, se non anni a rilasciarlo è vero che la norma antimafia consente all’Amministrazione, passati i 45 giorni dalla richiesta, di procedere ma sfido qualsiasi funzionario ministeriale a firmare un’erogazione in assenza di un Certificato antimafia anche perché poi le responsabilità sono personali quindi, anche su questo l’esigenza di approcci integrati, di modifiche, di tutti quelli che in qualche modo contribuiscono sono importanti. Resta il fatto che, comunque, un elemento su cui lavorare è una burocrazia che è ancora molto pesante, mi permetto di dire che non soltanto a livello centrale ma anche a livello comunitario e anche a livello regionale è molto pesante, è molto numerosa con tante persone che devono svolgere il loro lavoro, molte più, forse, di quelle che servono e quindi, a volte le procedure sono costruite sul numero delle persone che esistono e ognuno deve fare il suo pezzetto. Detto questo, io mi auguro che nell’arco di un paio di mesi si chiuda questa vicenda, si è nella fase in cui si può dire che in un paio di mesi al massimo si riesce a chiudere. Me lo auguro per un motivo molto semplice ma molto pratico: il PON Ricerca e Competitività, e devo dire grazie in particolare al Ministero dello Sviluppo Economico, certifica per il Dicembre 2010 più della soglia di spesa e quindi rispetta un N + 2 benché un N + 2, diciamo così, alleggerito con gli ultimi Regolamenti comunitari, ma la soglia di spesa fissata per il PON Ricerca e Competitività per il Dicembre 2011 è pari a 1 miliardo e spiccioli e, tra noi e MiSE evidentemente, ma, certamente, è una cifra gigantesca a cui il Bando Ricerca Industriale e l’Avviso Distretti e Laboratori con i suoi 915 Milioni di Euro devono necessariamente ed ineludibilmente contribuire in maniera determinante. Io mi auguro che già da Febbraio/Marzo si avverta un’accelerazione perché ho capito che quando poi un Programma, l’ho sentito dire dalla Commissione, entra in difficoltà nel flusso finanziario poi rimane in difficoltà per tutta la sua esistenza con un unico risultato che in qualche modo poi si riesce a spendere, in qualche modo, ma come e la qualità della spesa diventa veramente un elemento non più secondario, proprio che scompare dalla scena. Speriamo tutti di capire che queste esigenze sono non dico neanche prioritarie perché prioritarie vuol dire che ci sono esigenze anche secondarie, questa è un’esigenza unica ed inevitabile da rispettare. Per quanto riguarda l’osservazione che è stata fatta che i discorsi legati alla diminuzione delle aggregazioni da lasciare sul Territorio, da potenziare, contrasterebbe con il numero delle risorse disponibili, rispondo in questo modo: che non è detto che siccome ho tante risorse devo finanziare un sacco di Progetti. Il problema è che troppo spesso si è optato per dare un po’ di soldi a tutti e qui bisognerebbe cambiare un po’, anche a livello di slogan, e decidere una volta per tutte di dare soldi certi e importanti a poche iniziative. Segnalo una cosa importante, secondo me, il problema non è soltanto quello di finanziare ma di dare certezza di finanziamento in tempi ragionevoli, in tempi lunghi, una struttura o un Progetto, un’iniziativa ha la possibilità di produrre risultati se può contare anche su un percorso di finanziamento che lo accompagni durante il tempo, questo non deve poi eliminare l’esigenza dell’autosostenibilità di cui abbiamo parlato però troppo spesso si va al contrario si comincia a finanziare, si dà un avvio e poi …. L’autosostenibilità si accompagna ci si arriva con percorso di accompagnamento che anche le risorse pubbliche hanno come ruolo da svolgere. Per quanto riguarda, infine, la valutazione che debba guardare anche gli aspetti di marketing su questo sono fisiologicamente d’accordo perché l’innovazione, come dicevo prima, è tante cose ed è anche la capacità di intervenire anche attraverso meccanismi corretti di marketing, su un processo, sulla capacità di competere di soggetti. Devo dire che le valutazioni e i criteri di valutazione, ultimamente, stanno molto dando attenzione a questo rilievo ma qui si collega il discorso che facevo prima cioè troppo spesso le attività di ricerca sono state costruite e anche, quindi, valutate e portate avanti a prescindere, indipendentemente da quello che era l’esigenza esterna e le esigenze poi dei potenziali mercati. In quell’ottica di cui parlavo prima, probabilmente anche poi i meccanismi di valutazione debbono cambiare, debbono assumere contorni diversi. Arrivo anche ad una provocazione: ci sono fasi e settori e azioni in cui ricercare il livello più alto di innovatività e di qualità, il più alto possibile, non sempre poi si sposa con l’utilità vera. Attenzione la qualità è importante però a volte ci si è concretati soltanto sulla qualità e che fosse la qualità più competitiva e la più innovativa possibile, ci sono azioni come quando parliamo d’innovazione territoriale in cui l’asticella può essere anche leggermente, ma dico leggermente, posizionata in modo diverso perché poi deve contare anche l’aspetto della ricaduta e dei benefici il più possibile a lungo termine. C’erano domande anche per la Dottoressa Agrimi e la Dottoressa Rossi.